Scrivo queste righe a
seguito di una conversazione epistolare leggermente “accesa” (ma
assolutamente civile e persino giustificabile, ci tengo a dirlo anche
per rispetto dell'altro interlocutore) con un ottimo esponente
dell'hip hop italico. Se ho ben capito la posizione del ragazzo con
cui ho discusso, io (e con me altre persone) avrei un approccio
sbagliato nei confronti di questo genere, tendendo a elucubrazioni
eccessive laddove potrei limitarmi a un semplice ascolto. Sto
interpretando, non mi sono state rivolte queste esatte parole, perciò
mettete in conto che possa anche aver travisato tutto. In ogni caso,
questa stimolante controversia mi ha fatto riflettere parecchio e
penso che sia giusto “difendermi” da delle perplessità che
potrebbero, giustamente, avere in moltissimi, leggendo le mie
recensioni qui o sui siti coi quali collaboro. Vorrei semplicemente
chiarire che NON sono un critico nella stessa misura in cui non lo è
praticamente nessuno della mia generazione, visto che non è che ci
siano scuole apposite per recensire con cognizione di causa (se ci
fossero le farei subito), e le persone che potrebbero parlare per
esperienza diretta devono badare alla famiglia o semplicemente non
hanno la minima voglia di mettersi a scrivere di musica (o la
possibilità, penso all'esperimento Superfly e a persone come David
Nerattini, che da sempre ha il massimo della mia stima). Mi limito a
esprimere PARERI personali, e a cercare di argomentarli partendo
dalla mia personale concezione di musica, che non ha nulla a che
vedere con le quattro discipline e con una militanza nell'underground
o nel circuito dei centri sociali. Sono un ascoltatore di musica che
ha scelto di porsi in maniera neutra nei confronti di un genere come
l'hip hop ignorando tutto quello che ha a che fare con la scena (ci
sono stato dentro fino ad almeno quattro anni fa, per poi optare per
un allontanamento più o meno drastico), da circa quattro anni, e
preferisco basarmi su dati oggettivi piuttosto che su giustificazioni
idiote come “ rappresenta il vero hip hop” e via dicendo. So che
può sembrare una contraddizione parlare di oggettività in un
ambito governato dal soggettivo come quello delle recensioni, ma
giudicare un disco rap come si giudicherebbe un qualsiasi altro disco
è secondo me il modo migliore per fare sì che questo genere venga
finalmente rispettato e non trattato nella maniera becera come
l'Italia televisiva sta facendo da anni (e non me la sto prendendo
con Spit, o per lo meno non più di quanto potrei prendermela con i
due contest più famosi in Italia in questi ultimi dieci anni).
Perciò se di un disco mi interessano più le idee innovative, il
tipo di suono, la produzione artistica e il concept artistico, che
non invece gli aspetti storici della cultura, nessuno si arrabbi;
perchè quello è il minimo sindacale per essere considerati artisti
e non semplici rappers. Credete che i Beastie Boys, o Pete Rock, o
gli ATCQ non abbiano tutto questo? O anche il Wu Tang (se non c'è un concept lì, dove?) o i Cypress hill. Non si tratta
solo di una serie di negroni o ispanici con la fedina penale sporca che hanno
trovato salvezza droppando rime e chiudendo barre, ma di ARTISTI.
Eminem è (o è stato) un artista, per quanto vi faccia schifo, e
questo lo rende più interessante di uno qualsiasi di quei rappers
italiani che nella migliore delle ipotesi lanciano proclami contro il
premier corrotto o parlano della loro vita durissima nei quartieri,
ben guardandosi dal creare qualcosa di unico e personale. Il mio
tentativo è quello di parlare di un genere senza avere dei filtri
stupidi come il “rispetto” (leggi: timore) nei confronti di
questo o quell'esponente, concentrandomi su una scala di valori che è
quella che mi sembra valere per gli altri generi. Perciò mettetevi
il cuore in pace e non arrabbiatevi se vi sembra che mi manchi questo
o quel fondamentale per esprimere un giudizio, non ho intenzione di
scrivere per i b boys, auspico che il genere assurga alla dignità
che gli spetta, e che possa essere trattato con la grammatica propria
di una recensione esterna alla scena. Se la cosa vi lascia perplessi
resto a vostra disposizione, la mia mail è
kafkianolifestyle@gmail.com
, ma consideratevi avvisati da questo post: il mio approccio è
quello sopra descritto. A presto.
Ps: stessa cosa per i
film che recensirò qui, sono un dilettante e un velleitario, scrivo
di quello che mi piace e se vi capita di leggerlo mi fa piacere,
sicuramente non vi romperò le scatole postandovelo su facebook, voi non prendetevi male se non dimostro una conoscenza enciclopedica del meraviglioso cinema italiano del 1947)
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