sabato 28 aprile 2012

Guida simpatica per lettori reppisti


Scrivo queste righe a seguito di una conversazione epistolare leggermente “accesa” (ma assolutamente civile e persino giustificabile, ci tengo a dirlo anche per rispetto dell'altro interlocutore) con un ottimo esponente dell'hip hop italico. Se ho ben capito la posizione del ragazzo con cui ho discusso, io (e con me altre persone) avrei un approccio sbagliato nei confronti di questo genere, tendendo a elucubrazioni eccessive laddove potrei limitarmi a un semplice ascolto. Sto interpretando, non mi sono state rivolte queste esatte parole, perciò mettete in conto che possa anche aver travisato tutto. In ogni caso, questa stimolante controversia mi ha fatto riflettere parecchio e penso che sia giusto “difendermi” da delle perplessità che potrebbero, giustamente, avere in moltissimi, leggendo le mie recensioni qui o sui siti coi quali collaboro. Vorrei semplicemente chiarire che NON sono un critico nella stessa misura in cui non lo è praticamente nessuno della mia generazione, visto che non è che ci siano scuole apposite per recensire con cognizione di causa (se ci fossero le farei subito), e le persone che potrebbero parlare per esperienza diretta devono badare alla famiglia o semplicemente non hanno la minima voglia di mettersi a scrivere di musica (o la possibilità, penso all'esperimento Superfly e a persone come David Nerattini, che da sempre ha il massimo della mia stima). Mi limito a esprimere PARERI personali, e a cercare di argomentarli partendo dalla mia personale concezione di musica, che non ha nulla a che vedere con le quattro discipline e con una militanza nell'underground o nel circuito dei centri sociali. Sono un ascoltatore di musica che ha scelto di porsi in maniera neutra nei confronti di un genere come l'hip hop ignorando tutto quello che ha a che fare con la scena (ci sono stato dentro fino ad almeno quattro anni fa, per poi optare per un allontanamento più o meno drastico), da circa quattro anni, e preferisco basarmi su dati oggettivi piuttosto che su giustificazioni idiote come “ rappresenta il vero hip hop” e via dicendo. So che può sembrare una contraddizione parlare di oggettività in un ambito governato dal soggettivo come quello delle recensioni, ma giudicare un disco rap come si giudicherebbe un qualsiasi altro disco è secondo me il modo migliore per fare sì che questo genere venga finalmente rispettato e non trattato nella maniera becera come l'Italia televisiva sta facendo da anni (e non me la sto prendendo con Spit, o per lo meno non più di quanto potrei prendermela con i due contest più famosi in Italia in questi ultimi dieci anni). Perciò se di un disco mi interessano più le idee innovative, il tipo di suono, la produzione artistica e il concept artistico, che non invece gli aspetti storici della cultura, nessuno si arrabbi; perchè quello è il minimo sindacale per essere considerati artisti e non semplici rappers. Credete che i Beastie Boys, o Pete Rock, o gli ATCQ non abbiano tutto questo? O anche il Wu Tang (se non c'è un concept lì, dove?) o i Cypress hill. Non si tratta solo di una serie di negroni o ispanici con la fedina penale sporca che hanno trovato salvezza droppando rime e chiudendo barre, ma di ARTISTI. Eminem è (o è stato) un artista, per quanto vi faccia schifo, e questo lo rende più interessante di uno qualsiasi di quei rappers italiani che nella migliore delle ipotesi lanciano proclami contro il premier corrotto o parlano della loro vita durissima nei quartieri, ben guardandosi dal creare qualcosa di unico e personale. Il mio tentativo è quello di parlare di un genere senza avere dei filtri stupidi come il “rispetto” (leggi: timore) nei confronti di questo o quell'esponente, concentrandomi su una scala di valori che è quella che mi sembra valere per gli altri generi. Perciò mettetevi il cuore in pace e non arrabbiatevi se vi sembra che mi manchi questo o quel fondamentale per esprimere un giudizio, non ho intenzione di scrivere per i b boys, auspico che il genere assurga alla dignità che gli spetta, e che possa essere trattato con la grammatica propria di una recensione esterna alla scena. Se la cosa vi lascia perplessi resto a vostra disposizione, la mia mail è kafkianolifestyle@gmail.com , ma consideratevi avvisati da questo post: il mio approccio è quello sopra descritto. A presto.

Ps: stessa cosa per i film che recensirò qui, sono un dilettante e un velleitario, scrivo di quello che mi piace e se vi capita di leggerlo mi fa piacere, sicuramente non vi romperò le scatole postandovelo su facebook, voi non prendetevi male se non dimostro una conoscenza enciclopedica del meraviglioso cinema italiano del 1947)